LA CAVALLERIA RUSTICANA E I PAGLIACCI

LA CAVALLERIA RUSTICANA E I PAGLIACCI

LA CAVALLERIA RUSTICANA E I PAGLIACCI

DRAMMI SOTTO LE STELLE

-foto tratta da "CAVALLERIA RUSTICANA"- Martedì 20 luglio, al teatro Giuseppe Di Stefano, sono stati rappresentati i due melodrammi della “Cavalleria Rusticana” musica di Pietro Mascagni su libretto di Targioni-Tozzetti e Menasci, ed “ I Pagliacci”, libretto e musica di Ruggero Leoncavallo. Le due opere fanno parte della Stagione 2010 d’Opera e Balletto dell’ “Ente Luglio Musicale Trapanese” e verranno riproposte il giorno 22 c.m. Le note della Cavalleria Rusticana sono volate alte nel cielo, tra gli alberi del suggestivo scenario della Villa Margherita. La gelosia di Santuzza, innamorata e mortificata dal suo stesso amore, ha calcato il palcoscenico. E la vendetta concepita dalla continua umiliazione subita, alla fine si ritorce contro di lei: nel tentativo di punire il suo uomo, lo perde. Ma la morte di Turiddru è anche la morte di se stessa. La sofferenza la sublima e l’annienta. Gli artisti, Sofia Mitropoulos nel ruolo di Santuzza e Francesco Anile (che per motivi organizzativi ha sostitiuto Francesco S. Liconti) nel ruolo di Turiddru, sono stati superbi: le loro voci hanno catturato l’attenzione del pubblico. Non di meno si è distinto Oliviero Giorgiutti nel ruolo di Alfio. Lola era interpretata da Roberta Caly e Carla Arca interpretava Mamma Lucia. I Pagliacci, a seguire, hanno chiuso la serata. Qui la finzione scenica e la realtà si mescolano, perdono i loro confini, l’una si trasforma nell’altra e tra il serio ed il faceto si consuma un dramma umano. Il capocomico Canio uccide Nedda, sua moglie, che lo tradiva, nel bel mezzo della loro rappresentazione scenica di pagliacci. Con il riso stampato in volto e con il veleno nel cuore lo spettacolo che doveva essere comico alla fine diventa tragedia, tra il riso prima, l’incredulità poi ed infine la paura del loro finto pubblico, che alla morte di Nedda scappa terrorizzato. Scena nella scena. Finzione e realtà come unico sfondo del travaglio dell’animo umano! Anche Canio come Santuzza viene sublimato ed annientato dal suo stesso dolore. Federica Giansanti si è distinta nel ruolo di Nedda, mentre la possente voce di Francesco Anile interpretava Canio. Tra gli altri artisti, Oliviero Giorgiutti nel ruolo dell’infimo Tonio, Francesco Marsiglia (Beppe) e Giovanni La Commare (Silvio). Regia di Giovanni Scandella, Direzione del Maestro Ivo Lipanovic. Bellissime le scene di Pier Paolo Bisleri, rievocanti ambienti rurali avvolti dall’oblio dei tempi. Il Coro Lirico Capitolium è diretto da Fabio Modica.