Riflessione sulle umane debolezze
Ieri 11 aprile ’12, al Teatro Tito Marrone di Trapani sono andati in scena due grandi dello spettacolo: Caterina Costantini e Franco Castellano, con un classico della drammaturgia contemporanea “Chi ha paura di Virginia Woolf” di Edward Albee. George, docente universitario di storia, e Martha, i due protagonisti, canticchiano la canzoncina “Chi ha paura di Virginia Woolf” , quasi ad esorcizzare il lupo cattivo che è nella loro vita di coppia non più giovane ed in fase di bilancio tutto al negativo. Delusi dalla vita, i due protagonisti provano a sopravvivere bevendo, inventandosi una vita irreale trascorsa insieme e facendo a gara ad insultarsi. Scelgono come pubblico, per il loro “gioco esistenziale”, una giovane coppia ingenua, che crede davvero a tutte le ingiurie che i due si versano addosso assieme al brandy. E così davanti ai loro ospiti si apre una scena di grande tensione: George accusa Martha di essere viziata, ninfomane ed alcolizzata; Martha accusa George di essere un fallito e di averla sposata solo per far carriera, essendo lei figlia del Rettore dell’Università in cui lavora il marito. Tra i fumi dell’alcool, la coppia si inventa un figlio, mai nato, scappato di casa per l’ignavia del padre e le molestie della madre. Alla fine i loro ospiti scappano disgustati, senza aver capito davvero il dramma che si sciorina davanti ai loro occhi: un uomo ed una donna completamente soli, in preda ai loro vizi, che cercano di mettere a nudo le loro anime attraverso accuse e tradimenti, per aiutarsi come meglio sanno fare. E che nonostante tutte le apparenze si comprendono benissimo ed hanno bisogno l’uno dell’altra. Il dramma si svolge tutto nell’arco di una notte, dentro una stanza sporca, piena di cartacce, vestiti buttati dappertutto, bicchieri e bottiglie di alcool sparsi sul pavimento: vetrina del vuoto che avvolge una mediocre vita di coppia. Fanno parte del cast: Vita Rosati e Alex Pascoli Scene: Daniela M. Gardinazzi Costumi: Nicoletta Ceccolini Musiche: Luciano Francisci Regia: Lorenzo Loris