Gesù davanti ad Hanna, oggi 14 marzo, la scinnuta
Comincia con Gesù davanti ad Hanna, che rappresenta l’episodio svoltosi nel Sinedrio di Gerusalemme, la serie degli interrogatori ai quali è stato sottoposto Gesù dopo l’arresto. Condotto davanti ad Hanna, membro anziano del Sinedrio, già sommo sacerdote dal 6 al 12 d.C., Gesù viene interrogato sui suoi discepoli e sulla sua dottrina: egli risponde di avere insegnato apertamente nella sinagoga e quindi di chiedere a coloro che lo hanno ascoltato, così come si legge nel Vangelo di Giovanni XVIII. A questo punto, uno dei servitori di Hanna che secondo una tradizione popolare era quello stesso Malco cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, dà uno schiaffo a Gesù con la mano destra dicendo: “Così rispondi al pontefice?”. Secondo la stessa tradizione popolare, dopo questo episodio, la mano del servitore divenne di pietra. Il gruppo processionale a noi pervenuto non è l’originale ma il risultato di vari rifacimenti. Il precedente fu affidato nel 1684 ai crudatori e conciatori di pelli e successivamente, nel 1788, venne concesso ai fiorai e fruttivendoli, Nell’atto del 14 agosto 1788, con cui il mistero “Gesù dinanzi ad Hanna pontefice” viene affidato ai fiorai e fruttivendoli emerge un dato interessante riguardo la tecnica: si legge infatti che il gruppo era formato dalla “figura di nostro Signore Gesù, ed altri quattro personaggi, o siano statue di legname vestite di tela e colla, toccate in oro”. È una delle rarissime volte che in un atto di affidamento si faccia riferimento alla tecnica con cui le statue sono state realizzate: qui viene specificato “in legname, vestite di tela e colla”, proprio come si legge nell’atto del 15 ottobre 1769, con il quale l’arte dei Barbieri commissionò allo scultore trapanese Baldassare Pisciotta la ricostruzione del gruppo La negazione. Nell’atto del 1788 riguardante “Gesù dinanzi ad Hanna” si aggiunge un particolare interessante: “toccate in oro”. Questa precisazione ci attesta che il procedimento tecnico si completava con la decorazione dei vestiti in oro zecchino. Il gruppo attuale fu “in parte riformato ed in parte nuovamente costruito” nel 1790 come si legge in un altro atto del 23 luglio 1790, nel quale è anche specificato che vennero “fatti alo stesso alcuni ornamenti d`argento...”. Probabilmente, in seguito a questa ricostruzione, i personaggi divennero quattro. Nel 1901 Antonio Giuffrida sostituì la figura di Gesù con quella attuale, dolcemente espressiva e toccante e che servirà da modello allo stesso Giuffrida per il Cristo de “L’Ascesa al Calvario” che realizzerà nel 1903. Dopo gli eventi bellici del 1943 Domenico Li Muli effettua un’ultima ricostruzione utilizzando pezzi del precedente mistero, tra cui la stessa figura di Cristo, e rifacendo i visi degli altri personaggi. La statua di Hanna, imponente e austera, vestita di abiti sacerdotali e con turbante sul capo, ha il viso corrugato, il naso aquilino, le sopracciglia ondulate, baffi a volute, barba appuntita, secondo un modello iconografico utilizzato dallo scultore Domenico Li Muli (1902-2003), formatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Il maestro, più incline a lavorare il marmo ed il bronzo, qui si cimenta nella tecnica del “legno tela e colla” e, nel ricostruire il gruppo, non rinuncia al suo linguaggio espressivo, fondamentalmente legato a moduli classici e permeato di naturalismo. Li Muli rimarca, anche in maniera molto accentuata e nervosa, i lineamenti dei volti duri dei giudei, facendo trasparire la loro indole malvagia. Severo appare invece l’atteggiamento di Hanna, posto in posizione sopraelevata rispetto a Gesù, su di un gradino, accanto ad una poltrona di tipo barocco, chiare allusioni all’alta carica, all’appartenenza all`aristocrazia sacerdotale e al luogo dove si svolse l’interrogatorio, il Sinedrio, la corte di giustizia del popolo di Dio. La poltrona è stata rifatta dopo il 1945: lo si deduce anche dal confronto con una vecchia foto dei primi del secolo XX, nella quale si vede una poltrona con una diversa decorazione, ed anche la figura di Hanna nella foto è più impettita e con la mano destra rivolta verso l’alto. Il linguaggio del maestro Li Muli è innovativo, al passo con i tempi: un linguaggio plastico, che qui si manifesta attraverso una tensione drammatica e un forte naturalismo, fin quasi a raggiungere esiti espressionistici nell’esasperazione delle forme. Sicuramente colpiscono in questo gruppo i forti contrasti chiaroscurali, i duri tratti somatici delle figure, i volti fortemente plastici e segnati da profonde rughe e, in particolare, quello del giudeo che ha un’espressione truce, cupa, imbronciata e un naso schiacciato, caratteri tutti che accentuano la cattiveria. I personaggi del gruppo, durante la processione del Venerdì Santo vengono impreziositi con ornamenti d’argento, tra cui la corazza realizzata nel 1932, che riveste la statua del personaggio che schiaffeggia Gesù con il gesto del braccio destro alzato, la cui mano viene simbolicamente ricoperta da un guanto d’argento della fine del secolo XVIII. Il gruppo è stato restaurato nel 2012 dalla ditta Partenope Resturi di Elena Vetere. Lina Novara