OGGI,VENERDI` SANTO

OGGI,VENERDI` SANTO

OGGI,VENERDI` SANTO

Una giornata particolare per i Trapanesi

A Trapani, da oltre quattrocento anni, ogni Venerdì Santo si svolge la processione dei “Misteri”. Per circa ventiquattro ore lungo le vie cittadine, partendo dalla chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, sfilano diciotto gruppi statuari raffiguranti episodi della passione e morte di Cristo, seguiti dai simulacri di Gesù nell’urna e dall’Addolorata, portati a spalla, addobbati con fiori e accompagnati dalle musiche delle bande. E’ una processione lunga e commovente nella quale si fondono fede, arte, storia e tradizione. Sebbene si sia in gran parte perduta la sacralità di un tempo, rimane il fascino di una tradizione che dura da quattro secoli: rimane l’annacata, ossia il dondolio provocato dai portatori al suono delle marce funebri, rimane l’odore acre dei ceri, il rumore della ciaccola, strumento con cui si dà l’ordine di sollevare o di poggiare la vara, rimane lo scintillio dei preziosi ornamenti d’argento, la devozione autentica delle donne in nero che accompagnano l’Addolorata. Sono scomparsi gli incappucciati, ossia i confrati della “Confraternita di San Michele”, vestiti con il saio rosso e il cappuccio bianco che aprivano la processione. Le origini della processione risalgono al periodo post-tridentino allorquando, per rispondere alle rigorose disposizioni del Concilio, che vietarono le rappresentazioni sulla passione con personaggi viventi, a Trapani, agli inizi del XVII secolo, ad opera della Società del Preziosissimo Sangue di Cristo, in seguito fusasi con la Confraternita di San Michele (1646), si ricorse gradualmente all`uso di gruppi scultorei portati a spalle, raffiguranti i Misteri dolorosi della Passione. La cura e la sfilata dei sacri gruppi, fin dalle origini, furono affidate dalla Società a varie categorie artigiane al fine di ottenere così il consenso e il massimo coinvolgimento soprattutto dei ceti meno abbienti. Ancora oggi molte delle categorie mantengono l’affidamento originario. Dal 1974 l’organizzazione della processione è curata dall’Unione Maestranze che associa i vari ceti. Gli attuali gruppi scultorei sono, per la maggior parte, rifacimenti delle opere originarie, effettuati nel secolo XVIII. La tecnica con la quale sono stati realizzati è quella polimaterica detta del “legno tela e colla” che consisteva nell’utilizzo del legno di cipresso per scolpire i volti, le mani, i piedi e le parti in vista del corpo, e del legno di castagno per la struttura interna che veniva poi imbottita di sughero. I vestiti erano realizzati in tessuto di lino o di canapa, irrigiditi con strati di gesso e di colla di coniglio, e dopo colorati e impreziositi con decori in oro zecchino. La processione si apre con il gruppo La separazione che rappresenta il simbolico congedo di Gesù dalla Madre: seguono La lavanda dei piedi, Gesù nell’orto, L’arresto, La caduta al Cedron e altri episodi della Via Crucis, disposti in ordine cronologico, fino a Il trasporto al sepolcro. Conclude il simulacro dell’Addolorata. La drammaticità e la componente realistica di alcune scene, ispirate ai racconti evangelici, conducono all’arte devozionale barocca, ma anche a quel filone della pittura seicentesca di ambito naturalistico, che ebbe in Caravaggio il degno rappresentante. Colpiscono sui volti dei vari personaggi le caratterizzazioni umane ed etniche e le espressioni che gli artisti trapanesi seppero far trasparire: umiltà e rassegnazione in Gesù, semplicità e fedeltà, in Pietro, effimera austerità in Erode, contegno in Pilato, malvagità e cattiveria nei soldati, infinita dolcezza e immenso dolore in Maria. Particolare cura è stata posta anche nell`abbigliamento che, tranne per le tuniche delle sacre figure, segue la moda spagnolesca del tempo ed è sempre rispondente al ruolo che il personaggio ha avuto nella società. Fonti manoscritte e storiografia locale hanno tramandato i nomi di alcuni autori delle opere, tra cui Mario Ciotta (fine secolo XVII-1750 ca.), Antonio Nolfo (1698-1781), Baldassare Pisciotta (1715- 1792), Domenico Nolfo (1730-1803), Vito Lombardo (doc. 1743-1765), Domenico Li Muli (1902-2003). Lina Novara