Convegno del 15 giugno presso la Lega Navale di Trapani, con la partecipazione di Valeria Li Vigni Tusa
Un incontro interessantissimo si è svolto ieri presso la Lega Navale Italiana sezione di Trapani: “I Musei sommersi di Sebastiano Tusa”. Erano presenti la Soprintendente del mare, Valeria Li Vigni Tusa, moglie di Sebastiano Tusa, e Antonino Caronia , responsabile della sezione archeologico-subacquea Free Divers Sicilia, in teleconferenza; moderatore Danilo Gianformaggio.
Dopo i saluti del Presidente della Lega Navale di Trapani, Nicola Di Vita, si è parlato dell’iniziativa promossa dal Free Divers Sicilia per la realizzazione di un corso di archeologia subacquea per sensibilizzare i giovani e non e per diffondere la passione della storia e del mare che ne è un contenitore privilegiato con tutte le ricchezze che nasconde.
Caronia ha ringraziato la Lega navale per l’impegno dimostrato per la salvaguardia del mare ,definendola “una finestra sul mar mediterraneo” , ringraziando anche le altre associazioni presenti per la tutela dell’ambiente terrestre e marino.
Questa parte di mare Mediterraneo è stata protagonista di tante battaglie fra Cartaginesi e Romani, ed in particolare si è parlato di due battaglie, una del 249 a.c. con la vittoria dei Cartaginesi e l'altra del 241 a.c. con la famosa battaglia delle Egadi, dove vinsero i Romani. Ed il mare, protagonista assoluto, conserva tesori che testimoniano la Storia.
E la Storia è stata al centro degli interessi di Sebastiano Tusa e della sua continua ricerca, volta a scoprire e salvaguardare i resti che giacciono da secoli nel fondo del mare. E si sono ricordati tantissimi siti archeologici che si trovano davanti alle coste trapanesi, da Cala Minnola – Levanzo - con un relitto del primo secolo posto a 30 metri, sede del corso proposto dal Free Divers Sicilia, alle navi di Marausa e Bonagia, ai relitti che sicuramente si trovano nelle vicinanze del porto di Trapani. Lo studioso Francesco Torre ha parlato della vicenda della battaglia del 249 a.c. e del console romano Pulcro che dovette pagare le spese di guerra perché non aveva ottemperato alle regole imposte dai cosiddetti “sacerdoti” sui polli che con il loro “mangiare o non mangiare” una sorta di cuscus dovevano dare il benestare per la battaglia. I polli non mangiarono il cuscus ed allora il console, buttandoli in mare, disse: “Se non vogliono mangiare, allora che bevano”. Aveva trasgredito e doveva pagarne le spese. Ma si è parlato soprattutto della vita di studioso di Sebastiano Tusa che ha dedicato la sua vita alla ricerca ed alla conservazione dei reperti marini: i famosi rostri, le anfore e quanto lasciato dalla storia nei fondali del Mediterraneo. Valeria Li Vigni Tusa ha parlato dei 25 itinerari archeologici che ha lasciato il marito con tutte le metodologie ed i sistemi di ricerca, ed i monitoraggi e le mappature, ed ancora le guide in pvc da consultare dai sub in fondo al mare. Ha ricordato la sua testardaggine nel perseguire i suoi fini per la ricerca, nel rispetto del mare e delle regole: “Quando si accorse che stavano eseguendo dei lavori senza attuare uno studio preventivo agli scavi marini fece bloccare i lavori; blocco che si rivelò opportuno per la salvaguardia dei reperti nascosti lungo quel tragitto.”
Si è discusso sulla necessità che tutti i lavori marini come i cavidotti vengano effettuati con l’ausilio di archeologi marini per evitare possibili danni al patrimonio subacqueo.
Sebastiano Tusa vive ancora e ci ha lasciato le linee guida da seguire e, per questo, tanti musei portano il suo nome, vedi Sciacca, Partanna, Procida, Favignana.