Questa non ci voleva...
Una sconfitta bruciante. Un passo falso che prospetta i terrificanti spareggi salvezza. Nemmeno una vittoria a Brescia, nell`ultimo giornata che si giocherà giovedì sera alle ore 20.30, eviterebbe la coda al campionato. Al Provinciale il Cesena ha sgombrato il campo da qualsiasi polemica. Ha giocato la sua partita, ha lottato su ogni pallone, ha più volte sfiorato il gol e nel finale, quando il Trapani era generosamente proteso alla ricerca della vittoria, lo ha trafitto in maniera crudele. Un risultato, 2-1 per i romagnoli, che potrebbe risultare determinante nella rincorsa alla permanenza. I granata occupano il quartultimo posto e vedono allontanarsi Ascoli, Avellino e Ternana. Il tecnico Calori ha scelto Rossi in luogo di Colombatto, ma non è stato ripagato da quello che resta un autentico oggetto misterioso; ha schierato Manconi ed è stato tradito dal giovane attaccante sempre più imborgesito mentre Coronado si è illuminato raramente e quando lo ha fatto, in particolare nella ripresa sul punteggio di 1-1, Citro non ha sfruttato l`occasione. Discutibile anche la decisione di togliere dal rettangolo di gioco Nizzetto per tenere in campo un Barillà alle corde. Che il Cesena puntasse al risultato lo si era capito fin dalle prime battute. Dopo appena 60” Pigliacelli era chiamato alla deviazione su una girata di Garritano mentre al 20` nulla poteva sulla splendida punizione calciata da Ciano. Reagivano i padroni di casa tanto che al23` Legittimo, di testa, colpiva il palo. Al 32`, poi, una bella iniziativa di Coronado e Nizzetto determinava il pareggio. Bravo Maracchi a battere Agliardi con un preciso diagonale. Al 43` ancora Cesena pericoloso con Rodriguez che approfittava di una dormita della difesa granata ma colpiva la traversa. Nel secondo tempo Trapani più determinato e vicinissimo al vantaggio in almeno tre occasioni ma Agliardi, e la leziosità di Manconi e Citro, penalizzavano i padroni di casa. Al 39` bruciante ripartenza dei romagnoli con Ciano che serviva Rodriguenz, lesto a battere Pigliacelli. Enzo Biondo
