Torre di Ligny e le "mura di tramontana"
Tra vie e vicoli del centro storico di Trapani, iniziamo a scoprire luoghi di spiritualità, opere d’arte, palazzi e angoli suggestivi, partendo dall’estrema punta occidentale della città dove si erge la monumentale torre di Ligny, propugnaculun ad urbis tutelam, come si legge nella lapide posta sulla facciata. La torre, collocata sugli scogli, in posizione strategica tra i “due mari” - il Tirreno e il Mediterraneo - sorse nel 1671 per volere del principe Claude Lamoral di Lignè capitano generale e viceré del Regno di Sicilia, il quale nel timore di un attacco turco e per proteggere meglio la città dalla parte del mare, predispose anche un programma di consolidamento delle strutture difensive già esistenti come la cinta muraria e la Colombaia. La torre di Ligny, progettata da Carlos De Grunembergh, non faceva parte del circuito delle torri di avvistamento erette fin dal secolo XV lungo il perimetro della Sicilia e si diversificava da esse per la forma a tronco di piramide su base quadrangolare, munita agli angoli da coni rovesciati costituiti da anelli concentrici che, in passato, facevano da mensole a quattro garitte. Con la sua robustissima mole in conci di tufo che partono direttamente dal basamento ricavato dalla pietra degli stessi scogli, ha resistito nel tempo assolvendo per secoli alla funzione difensiva; nel 1861 vi furono installati dei cannoni sul tetto e durante la seconda guerra mondiale divenne una postazione antiaerea della Marina Militare. Nel 1806 fu interrato parte dello spazio antistante e realizzata la via di collegamento con la città. Internamente è suddivisa in due piani con coperture a volta a botte ed è provvista di una scala in pietra che dal piano terra giunge fino al terrazzo dal quale si gode un panorama incantevole e spettacolare: qui la vista spazia sul mare da Nord a Sud, oltre che sulla città di Trapani, sulla suggestiva scogliera, sulle isole Egadi e sull’isolotto di Formica. Nei locali interni trova posto un piccolo “Museo Civico” con una collezione di reperti archeologici provenienti dal mare e dal territorio trapanese. Dallo spazio antistante la torre si può ammirare quanto rimane delle mura che un tempo proteggevano la città, fatte costruire alla fine del secolo XIII da Giacomo d’Aragona, presumibilmente su una preesistente cinta di epoca fenicio-punica, e poi consolidate e irrobustite con l’inserimento di bastioni nel XVI secolo dall’imperatore Carlo V. Si tratta di un breve tratto, ora sistemato “a passeggiata”, che dalla piazza dell’ex Mercato del pesce giunge al Bastione Conca, per poi concludersi con il Bastione Imperiale, in corrispondenza dell’angolo di nord-ovest dell’antica città murata, oggi nel Viale delle Sirene, Quest’ultimo, denominato Imperiale in onore di Carlo V che ne ordinò la costruzione durante la sua sosta a Trapani nel 1535, viene anche detto Sant’Anna per la vicinanza alla ex chiesa dedicata alla Santa. Il progetto di consolidamento della cinta fu redatto dall’ingegnere bergamasco Antonio Ferramolino e i lavori si protrassero fino al 1560 circa: particolarmente difficoltosa risultò la costruzione del bastione dell’angolo sud-est (tra via Ammiraglio Staiti e via Spalti), a causa del terreno acquitrinoso, tanto che ancor oggi, quel che rimane viene chiamato Bastione dell’Impossibile. L’Imperiale, in pietra rossa rivestita di conci levigati, fu ampliato nel 1673 per volere del principe Claude Lamoral di Lignè il quale per proteggere meglio la città da attacchi pirateschi, nel 1673 diede incarico all’ingegnere Carlos De Grunembergh di approntare un programma difensivo e di strategia militare. Il bastione Imperiale, nel tempo, ebbe anche la funzione di prigione con l’annessa camera del boia e la tristemente famosa “fossa”, una angusta cella, profondamente interrata, senza aria né luce, nella quale languivano i condannati. Sulla parete rivolta verso sud spiccano ancora le insegne del regno di Spagna, scolpite nel tufo. Dall’ampia superficie di calpestìo, nella parte superiore, delimitata da robusti merli in grado di assorbire l’urto delle palle di cannone e delle piccole colubrine, è godibile un panorama mozzafiato sul mare e sulla città. Lungo la perimetrazione trecentesca, voluta da Giacomo d’Aragona, si aprivano undici porte: di esse la sola esistente sul lato Nord è quella detta delle Botteghelle che dava accesso ad un piccolo cimitero ebraico posto fuori le mura, in prossimità del mare. Soprannominata anche porta d’Ossuna in onore del vicerè duca d’Ossuna (1611-1616), fervido difensore dell’isola contro i Turchi, si trova in posizione diametralmente opposta ad un’altra porta, oggi scomparsa, ricordata con il nome Serisso in riferimento al ricco mercante Felice Serisso che, in età medievale, a monito per le donne infedeli aveva esposto in una nicchia la testa mozzata della moglie, colpevole di averlo tradito con uno schiavo tunisino. Perduta Trapani la qualifica di “Piazza d`armi”, dopo l’Unità d’Italia il resto delle mura urbiche venne abbattuto nel 1862. LINA NOVARA