SAN GIOVANNI

SAN GIOVANNI

SAN GIOVANNI

La ricorrenza del 24 giugno in un'opera del napoletano Battistello Caracciolo

San Giovanni Battista

 

Il 24 giugno la chiesa cattolica celebra San Giovanni Battista, il figlio di Zaccaria ed Elisabetta che nacque circa sei mesi prima di Cristo.

In occasione di questa ricorrenza esaminiamo un’opera del Museo Regionale di Trapani “Agostino Pepoli”, che rappresenta San Giovanni Battista in giovane età, attribuita al pittore napoletano Battistello Caracciolo che la realizzò nel secondo decennio del Seicento aderendo al naturalismo del Caravaggio.

È infatti un dipinto a “lume caravaggesco”, con due sole figure: il Battista e l’agnello che spiccano dal fondo scuro attraverso efficaci effetti della luce.

La scena si svolge in primo piano, davanti gli occhi dello spettatore verso il quale è diretto lo sguardo di Giovanni, come per volerlo coinvolgere in un muto colloquio.

Secondo la tradizione dei vangeli apocrifi, fin da piccolo il Santo si era rifugiato nel deserto, vestito solo con una pelle di cammello, per condurre una vita di penitenza.

 Seduto a terra con le gambe incrociate e tenendo una croce di canne, che sostituisce il bastone dell’eremita, indica con l’indice della mano destra, l’agnello al quale porge, con la sinistra, una ciotola piena d’acqua: Ecco l’agnello di dio, colui che toglie i peccati del mondo“Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”.

Secondo il vangelo di Giovanni, questa è la frase pronunciata dal Battista quando Gesù si presentò a Lui per essere battezzato, e questo è il messaggio del dipinto.

La ciotola tenuta in mano dal Santo diventerà un suo attributo iconografico e sarà sempre presente nei dipinti che hanno come soggetto il battesimo di Gesù.

Giovanni Battista, che morirà decapitato per ordine di Erode Antipa, con il mantello di colore rosso allude al sangue che verserà con il martirio.

L’opera trova vari riferimenti nei numerosi dipinti dello stesso soggetto eseguiti da Caravaggio, ai cui modi il pittore Caracciolo si ispira. Come nelle opere del maestro lombardo i volumi vengono qui esaltati dalla luce che crea zone in ombra e parti illuminate, attirando l’attenzione dell’osservatore sull’anatomia del corpo del Battista.

L’impiego del fondo scuro, con pochi cenni di ambientazione, indica la volontà del pittore di mettere in risalto la figura del Santo, raffigurato in modo naturalistico e a diretto contatto con lo spettatore.

Efficace è anche la rappresentazione dell’agnello, posto di scorcio e in secondo piano, ma reso vivo dai giochi di luce e dall’impasto cromatico steso a tocchi sfumati.

Come in Caravaggio la luce è simbolo della grazia divina e si contrappone all’ombra, simbolo del male e del peccato:

Il gioco delle ombre conferisce inoltre evidente realismo alla rappresentazione, come nel particolare dell’ombra sulla gamba sinistra, che viene  proiettata dalla destra.

Il dipinto è pervenuto al Museo Pepoli dalla Pinacoteca Fardelliana di Trapani alla quale era stato donato da Giuseppe Maria Di Ferro.

Vogliamo inoltre ricordare la statua di San Giovanni Battista posta sul terzo ordine della facciata di Palazzo Senatorio a Trapani, scolpita da Giuseppe Nolfo nel 1702.

Fu il cavaliere gerosolomitano Don Giacomo Cavarretta, che aveva finanziato la facciata del Palazzo, a volere che su di essa fossero inserite tre statue marmoree: della Madonna di Trapani, al centro, di Sant’Alberto, a destra, e di San Giovanni a sinistra. La statua di quest’ultimo si presenta nella consueta iconografia, in piedi, mentre regge l’agnello con la mano sinistra.

 

Lina Novara

 

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