Le dimore Liberty dei Ferrante
Personalità di spicco nell’edilizia trapanese dei primi del ‘900 furono i fratelli Gaspare, Giuseppe, Rosario, Salvatore e Santoro Ferrante, costruttori, che si espressero con un linguaggio vivace e aggiornato, grazie ai continui contatti con l’ambiente romano e con la Francia. A loro si deve la costruzione della maggior parte degli edifici liberty trapanesi, per alcuni dei quali realizzarono anche il progetto.
In via Vespri edificarono le loro due dimore, la “Casa Verde” e la “Casa Rossa”.
I Ferrante diffusero sulle facciate un gusto grafico, caratterizzato da un motivo avvolgente le aperture, determinato dal giuoco di due colpi di frusta affrontati, più o meno scattanti e articolati, oltre che da nastri lungo gli stipiti e gli architravi.
Nel 1911 realizzano la “Casa Verde”, cosiddetta per la colorazione del prospetto, uno dei più vistosi esempi di art nouveau a Trapani per la ricchezza e la varietà della decorazione; vi si notano chiari riferimenti ai modi di Ernesto Basile, mediati però dall’architetto Francesco La Grassa al quale spesso i Ferrante richiedevano i progetti e con il quale avevano costituito a Roma una impresa edilizia. A Basile vagamente rimandano i pilastrini che superano il cornicione e le mostre delle aperture.
Varia è inoltre la scelta delle specie floreali per creare aggraziate composizioni. Tulipani, anemoni, margherite e papaveri, tutti sottoposti ad un processo di stilizzazione, sono disposti a gruppi o singolarmente, mentre i rampicanti e le foglie fanno da riempitivo.
La facciata ha maggiore sviluppo in verticale, con il settore mediano aggettante che si eleva al di sopra del cornicione del secondo piano, a mo’ di torretta, includendo una finestra, soluzione questa che l’architetto La Grassa utilizzerà su palazzo Montalto.
Orizzontalmente il prospetto è segnato da cornici marcapiano, ornate da teorie di fiori, che si interrompono per consentire l’inserimento delle aperture, rigorosamente allineate sia in orizzontale che in verticale.
Del 1934 è invece la “Casa rossa”, cosiddetta per la colorazione della facciata e per distinguerla dalla “Casa verde”. Si tratta questa volta di un edificio più rigido e dalla volumetria bloccata da un cornicione continuo che sembra volersi adeguare più alle architetture di fine Ottocento che al liberty.
Si notano sulla superficie compatta della facciata alcune soluzioni tradizionali come l’allineamento rigoroso delle aperture, la distinzione dei piani, la diversificazione delle aperture al quarto piano con finestre anzichè balconi come nei precedenti, il vario alternarsi delle masse e dello spessore dei balconi.
Le uniche indulgenze decorative al gusto floreale, o meglio in questo caso potremmo dire vegetale, risultano i motivi del cornicione a lunghe foglie, dei balaustri e delle mensoline.
La soluzione delle ringhiere in cemento, atipica nelle architetture dei Ferrante, fu determinata dalla difficile situazione finanziaria in cui vennero a trovarsi in quegli anni, per cui preferirono realizzare essi stessi in cemento le ringhiere dei balconi, piuttosto che rivolgersi a dei fabbri.
Lina Novara
Foto di Domenico Modica