OGGI, SANT'AGATA

OGGI, SANT'AGATA

OGGI, SANT'AGATA

Una tavola raffigurante la Santa si trova al Polo Museale Diocesano di Sant'Agostino di Trapani

Nel giorno dedicato a Sant’Agata la ricordiamo con questa tavola cinquecentesca, raffigurante La Pietà tra le Sante Agata e Lucia, oggi esposta presso il Polo Museale Diocesano di Sant’Agostino di Trapani.

L’opera è stata per almeno più di un secolo relegata nell’angusto vano di ingresso all’Oratorio della Congregazione del S.S. Crocifisso della Mortificazione (1715-1730 ca.), annesso al convento dei San Domenico a Trapani, realizzato su progetto dell’architetto trapanese Giovanni Biagio Amico.

Quasi certamente la tavola era collocata in un altro luogo, forse nei locali dell’attiguo convento domenicano, e venne successivamente trasferita nel vestibolo della Cappella in data imprecisata.

Probabilmente fu la committenza, forse vicina all’ordine domenicano o ad una congregazione,  a richiedere espressamente all’ignoto autore della tavola di aggiungere al gruppo della Pietà  le martiri siciliane Agata (San Giovanni Galermo, 8 settembre 229 / 235 – Catania5 febbraio 251) e Lucia (Siracusa283 – 304)  per celebrare un avvenimento o per tributare un ringraziamento alle due Sante.

Agata (a destra) e Lucia (a sinistra), due delle sette vergini menzionate nel Canone romano, la principale preghiera eucaristica in uso nella Chiesa cattolica, recano in mano, ben in evidenza, la palma e i simboli del loro martirio: la tenaglia con un seno reciso la prima, il piattino con gli occhi la seconda.

Agata essendo votata a Cristo, sotto l’imperatore Decio, si rifiutò di sacrificare agli dei e di piegarsi ai desideri del console Quintiano che la condannò ad una atroce tortura: fatta legare a testa in giù, le vennero recisi i seni con una tenaglia. Nella notte fu visitata in carcere da San Pietro che la sanò, ma dopo altre torture morì in carcere di stenti.

Agata è rappresentata in piedi con un manto rosso e lo sguardo dimesso, rivolto verso il basso, mentre tiene con la destra la tenaglia contenente un seno e con la sinistra il libro.

Nucleo tematico della rappresentazione sono il dolore di Maria e le sofferenze subite ed accettate dalle due vergini siciliane pur di non rinnegare la propria fede, che il pittore, nello spirito della “controriforma”, vuole far conoscere in modo semplificato ad un pubblico devoto.

La presenza della martire Agata riconduce tra l’altro ad un culto molto presente nell’area orientale della Sicilia ma poco diffuso nel territorio trapanese. Tuttavia a Trapani esisteva una chiesa originariamente dedicata a Sant’Agata e Santa Lucia, che alla fine del secolo XV, venne ricostruita  dai corallai con la dedica alla sola Lucia.

La scena del dipinto si svolge tutta in primo piano, ai piedi della croce, con uno sfondo di paesaggio al quale il recente restauro, effettuato nel 2020, ha ridato luce e colore, facendone apprezzare le qualità cromatiche e i dettagli naturalistici.

La scoperta più rilevante durante il restauro è stato il rinvenimento, ai piedi di Santa Lucia, di alcune lettere sparse facenti parte di un’unica iscrizione: […] DE PV *** OR<E> […] <C>ANBRAIE P<IN>XI, oltre che di uno stemma e di una data non ben decifrabile, presumibilmente 1557.

La chiave di lettura di tutta l’opera, la sua provenienza, la committenza e forse anche l’autore stanno celati nella frase e nello stemma che purtroppo, allo stato attuale, rimangono entrambi enigmatici.

L’organizzazione compositiva, con la posizione dominante della croce al centro e con lo sfondo paesaggistico caratterizzato da colline e montagne, presenta notazioni comuni con il Compianto sul Cristo morto (1515-1516) di Giovanni Bellini, conservato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, mentre la Pietà rimanda inequivocabilmente al famoso gruppo scultoreo che Michelangelo Buonarroti eseguì tra il 1498 e il 1499 per la Basilica di San Pietro in Vaticano.

Veicolo di divulgazione delle opere dei grandi maestri erano nel secolo XVI le descrizioni, le riproduzioni e le incisioni, molto apprezzate dagli amatori d’arte ma anche abbondantemente utilizzate per fini devozionali.

Non risulta facile dare un nome all’autore sia per assenza di documentazione, sia per la impossibilità di confronti con opere dai caratteri simili.

Presumiamo che il pittore, attivo nella seconda metà del secolo XVI, sia stato un artista di ambito manierista siciliano, orientato verso l’ambiente messinese rinnovato dalla presenza di Cesare da Sesto e Polidoro da Caravaggio: un maestro vicino ai Domenicani che con i loro spostamenti veicolavano arte e cultura o un frate-pittore che si espresse con una pittura convenzionale, priva di slanci inventivi.

La tavola, inedita fino a poco tempo fa, è stata pubblicata dalla scrivente nel volume “Il bello, l’idea e la forma. Studi in onore di Maria Concetta Di Natale” (Palermo 2022, vol, II, pp.195-200) con il titolo “La Pietà tra Sant’Agata e Santa Lucia” nell’Oratorio della “Mortificazione” a Trapani: gli enigmi di una tavola cinquecentesca.

Lina Novara