Una visita guidata a Castelvetrano, con l'architetto Giuseppe Salluzzo.
Con la guida dell’architetto Giuseppe Salluzzo, autore del libretto “Rinascimento a Castelvetrano” abbiamo visitato il centro storico con la Chiesa madre di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Domenico ed il Teatro Selinus.
Originale è il sistema delle piazze i cui spazi irregolari in un insieme di contiguità senza soluzione, si allargano, restringono e si articolano circondati da monumenti, chiese, fontane e palazzi che ne delimitano la visualità.
La Chiesa madre fu costruita dal primo conte di Castelvetrano, agli inizi del 1500. Il portale è arricchito da arabeschi in stile medievale; l’interno è a tre navate, con il tetto a capriate lignee, la cui trave centrale è dipinta con figure di strumenti musicali, armi e stemmi. La volta è ornata da due archi, il primo attribuito a Vincenzo Messina ed il secondo al Serpotta (XVII sec.). Sull’altare si eleva il quadro dell’Assunta di Orazio Ferraro del 1619. Un tempo, era riccamente adornata di figure e stucchi barocchi, ma nella metà del 1800, a seguito di un restauro, gli architetti Cavallai e Viviani ne eliminarono la maggior parte.
San Domenico è stato il mausoleo della ricca famiglia dei Tagliavia di Castelvetrano. Nel 1487, Nino III Tagliavia ottenne il permesso papale di costruire un monastero domenicano, detenendo il patrocinio di una cappella (l’attuale Chiesa) che veniva usata per le cerimonie private. Nella seconda metà del 1500, il Principe Carlo Aragona Tagliavia, dignitario alla corte del re di Spagna, chiamò uno degli stuccatori più famosi della Sicilia, Antonino Ferraro, che precorrendo i tempi del barocco, realizzò un’opera magnifica, orgoglio siciliano che può vantare tanta bellezza. Infatti, oggi, la chiesa di San Domenico viene chiamata Cappella Sistina di Sicilia, non per i dipinti ma per gli stucchi che narrano le stesse scene bibliche, con tripudio di figure, altorilievi e una simbologia statuaria complessa che oltre a lasciare il visitatore stupefatto, sembra uscire dai riquadri sfidando le regole gravitazionali e della prospettiva.
Sull’arco che delimita la cappella si erge tra tutte le importanti opere artistiche, un incredibile manufatto in stucco dipinto che raffigura l’albero di Jesse: albero genealogico, che partendo da Jesse (padre di Davide), attraverso i discendenti re di Gerusalemme, arriva a Maria, raffigurata in cima all’albero con il piccolo Gesù in un coro di angeli.
All’interno della cappella, dietro l’altare, il pregiato sarcofago del Principe in marmi di gran valore a forma di parallelepipedo sormontato da un prisma. In alto, sulla parete destra un’apertura da cui il Principe assisteva alle cerimonie. Nell’angolo, dentro una nicchia, l’immagine dello scultore A. Ferraro, quasi nascosta, a firma della sua opera, che sbircia il visitatore. Il Teatro Selinus in stile neoclassico è un piccolo gioiello; fu realizzato alla fine del XIX secolo e conta circa 300 posti. Sorge su un’area dove prima c’era una locanda, nella quale soggiornò W. Goethe nel 1787, durante il suo viaggio in Sicilia. La facciata, con le colonne doriche, richiama i templi di Selinunte, da cui sono originari i castelvetranesi. All’interno, pregevole è il Sipario, opera dipinta dal pittore Gennaro Pardo, che mostra il siceliota filosofo, poeta e medico Empedocle, nell’atto di erudire i Selenuntini(1910).
Maria Rosa Fiorino