Un percorso culturale nella Palermo dei Signori della Bella Epoque in Sicilia.
Guidati dal Dott. Claudio Paterna, studioso etonografo e scrittore, ci siamo avviati per un percorso culturale all'insegna della prestigiosa Famiglia Florio, che tra l'ottocento e l'inizio del novecento rese illustre la città di Palermo agli occhi delle monarchie europee.
I Florio, provenienti dalla Calabria, nel 1799 aprirono una bottega di spezie in via dei Materassai e con la scoperta del chinino iniziarono una fortuna che li portò ad essere i protagonisti di un risveglio economico, culturale, artistico e sociale della Città. Divennero proprietari di Tonnare, Cantine, ebbero una Fonderia, disposero di una flotta di novantanove navi compresi Transatlantici e persino di una Banca. Il nostro accompagnatore ci ha parlato della ricca famiglia e ci ha indicato i Palazzi acquistati dai Principi di Butera, meglio noti come "Le Case Florio all'Olivuzza". I Florio ne fecero il loro regno e da lì poterono esibire tutta la loro grandezza proveniente non da un blasone nobiliare, ma dalla loro solida attività economica. Rispettando le facciate originali, affidarono la ristrutturazione di tali edifici al rinomato architetto Ernesto Basile, che insieme al neogotico ne fece un tripudio dello stile Liberty, facendo della famiglia Florio la prima ad inserire il Liberty nello stile gotico, creando il neogotico siciliano: Palazzo Maniscalco-Basile, in stile neogotico-veneziano, la cui facciata oggi versa in cattive condizioni, Palazzo Florio-Wirz, in stile neogotico-catalano, oggi abbandonato, Palazzina Florio e Palazzo Florio-Fitalia, quest'ultimo oggi sede dell'Ordine degli Architetti, Villino Florio, fatto costruire da Ignazio junior per il fratello Vincenzino nel parco che circondava gli edifici sopra descritti comunicanti tra loro, che subì un devastante incendio ai tempi del "sacco di Palermo"(anni 1953-1980 in cui vennero distrutte le bellissime ville in Liberty per far spazio ai palazzoni), oggi ristrutturato e visitabile. La Tonnara dell'Arenella, oggi sede di un piccolo museo e tuttora abitata dai discendenti della famiglia. Villa Igiea, nata come un sanatorio per la tubercolosi e poi divenuta Grand Hotel.
Ma la vera residenza privata da cui i Florio irradiarono tulla la loro potenza fu Palazzo Florio-Fitalia che Ignazio junior e sua moglie Donna Franca Jacona di San Giuliano, abbellirono in pieno stile Liberty. Famoso è il pavimento Maiolicato della camera da letto di Donna Franca, cosparso di petali di rose provenienti dal soffitto affrescato con Puttini in atto di spargerle.
In quel sontuoso Palazzo Ignazio e Franca ricevettero, tra gli illustri ospiti, Vittorio Emanuele III e la Regina Elena, il Kaiser Guglielmo e il re Edoardo VII d’Inghilterra.
Per tutto questo, furono chiamati i Vicerè di Sicilia. Nel 1891 si tenne la prima “Expo” italiana a Palermo: Esposizione Nazionale.
Molteplici imprenditori vennero da ogni parte per investire nell’isola. Le industrie siciliane competevano con quelle europee. Furono paragonati ai Medici di Firenze per l’impulso dato all’Arte: nel 1897 vennero completati i lavori al Teatro Massimo.
Numerosi circoli culturali fiorirono in quel periodo, frequentati da artisti e da imprenditori nobili e borghesi. Istituirono la Coppa Florio e inventarono la Targa Florio(gara automobilistica di Vincenzino, 1906). Per opera loro Palermo divenne magnifica: capitale del buon gusto, della cultura e della raffinatezza.
Maria Rosa Fiorino
Foto: Museo dell'Arenella